ovvero:

DELL'EVOLUZIONE ESOTERICA

  di Luciano Cattaneo

 

 

In tutta la storia dell'Uomo c'è sempre stato un sentimento dominante: quello di fare proprie caratteristiche non peculiari al suo involucro fisico.

Il mito di Icaro o dell' "uomo uccello", la licantropia, il vampirismo, le varie tradizioni degli "uomini pesce", "uomini leopardo" ecc., non sono altro che tappe di un "progresso" in cui l'Uomo afferma la propria supremazia su tutto il Creato, scoprendo ed esaltando in sé, secondo le opportunità, le costanti fisiche e psichiche di ogni altro animale della Terra.

Non è quindi a caso che tutta la storia degli uomini sia stata così saldamente legata alla storia della magia, sino a quando non furono inventati gli aerei, i sottomarini e tutte quelle moderne armi che sganciarono l'uomo dall'estenuante processo di simbiosi e di trasformazione... zooantropica.

Ma se il fucile telescopico ha sostituito la funzione iniziatico-venatoria dello sciamano di Altamira, se l'Astronautica ha realizzato la sognante levitazione dei sacerdoti caldei, il tema di fondo rimane unico: può l'uomo assurgere a conoscenze sublimi senza muoversi dalla sua stanza, dal suo tavolino o poltrona di meditazione? Può attivare in se stesso processi evolutivi od involutivi sì da ripercorrere stadi precedenti o precorrere mutazioni future?

Ho letto e sentito tante teorie, geniali e strambe, affascinanti e mortificanti, di uomini venuti dalle scimmie, dagli orsi, dai delfini, dagli angeli, dai demoni, dalle stelle, dagli abissi e la scienza ha avallato ora l'una ora l'altra ipotesi, dibattendosi però sempre nel mistero delle tradizioni, delle leggende, delle.. cose sorte anzitempo.

Ma qualcosa sta mutando: lo scienziato del XX secolo alla fine del suo processo di separazione sta ricomponendo l'atomo, torna ad osservare la natura che lo circonda, riscopre la posizione del Budda... e le piante cominciano a vivere, a parlargli, ad amarlo se lui vuole... e gli insetti gli indicano un cammino, un cammino antico e dimenticato, che può essere dell'uomo di oggi come dello stregone di ieri:

"... le libellule ci riservano molte sorprese nel loro comportamento. Nel quadro delle sue ricerche scientifiche sulla dematerializzazione dei corpi, il prof. Vicario, presidente dell'Associazione Inventori Italiani, ha ritenuto opportuno mettermi al corrente di una particolare metamorfosi della libellula. Questo scienziato ha messo in risalto le poderose proprietà elettromagnetiche della testa di questo insetto. Quest'ultimo, infatti, le utilizza e per afferrare le sue prede e per la sua metamorfosi. I suoi occhi hanno una visione sui 360° ed emettono un plasma elettromagnetico che stordisce la preda: può così prenderla in volo.

Durante la sua particolare metamorfosi, la libellula realizza una dematerializzazione del suo corpo che si trasferisce in un altro corpo. Noi sappiamo che, allo stato di larva, l'insetto vive, secondo la specie, da uno a tre anni: allo stato adulto. non più di una estate. E' dunque vecchio quando si presenta a noi sotto l'aspetto alato.

In questo stadio accade che una libellula adulta si posi su una larva e l'ipnotizzi: dopo che la larva si è addormentata, la libellula le apre il protorace.

Il processo elettrochimico di dematerializzazione ha inizio: le ali dell'adulto si accorciano, l'estremità del corpo viene introdotta nel protorace e lentamente il lungo corpo sparisce nella larva più piccola. Così la libellula rivive in un corpo giovane.

In definitiva essa è morta nel nuovo corpo, chimicamente dematerializzata, confusa e partecipa a questa nuova vita". L. Bétant (*)

Insigni predecessori, scienziati e filosofi, ci hanno insegnato a osservare gli altri esseri viventi: forse come diceva Saurat, civiltà antiche e grandiose si formarono sull'esempio dei famosi "insetti sociali", ma allora qual è il fine ultimo dell'Uomo, se il suo ciclo sembra proprio essere quello della doppia spirale: da bruco a crisalide a farfalla da una parte e da libellula e larva dall'altra?

Gli artisti, in genere, sanno cogliere realtà prima di loro inavvertite, ed ecco che gli scalpellini ed i bronzetti nuragici esprimono tutto il magico mondo delle trasfigurazioni animali.

Maghi, streghe esorcismi, filtri, ricette alchemiche hanno, in ogni parte del mondo, un unico scopo: la trasformazione degli elementi, il metamorfismo cangiante sotto la luce e l'influenza delle stelle. Ora l'evoluzione è stata quasi sempre confusa con la forma, ed esotericamente la forma assume una energia radiante, diventa simbolo parlante, acquista potenza perché raggiunge gli archetipi universali.

Ha l'uomo in sé questi archetipi, può modificare la sua forma sfruttando le energie dello spazio che lo circonda, c'è qualcosa che possa farlo regredire allo stato di plasma indifferenziato per fargli poi seguire forme evoluzionistiche differenti?

C'è sempre stata una caccia spietata al famoso Abominevole Uomo delle Nevi con la scusa della curiosità scientifica, in realtà è una ricerca sociologica: l'uomo vuol sapere come sia stato possibile il perpetuarsi dell'esistenza in condizioni quasi proibitive, vuol sapere quali sono le reali capacità di adattamento, e quindi di trasformazione somatica, all'ambiente.

Eppure l'uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza del suo creatore e la perfezione della sua forma fisica era un assioma per il grande Leonardo sicché, con tipico ragionamento sofista, c'è da chiedersi: visto che il "bambino-lupo", che ogni tanto si ritrova nelle foreste, ha così poco d'umano è realmente possibile la derivazione Cro-Magnon dal tipo Neanderthalensis?

Ma sappiamo ancora che piante che traggono alimento da terreni auriferi, trapiantate altrove, trasformano gli elementi terrosi in oro, che mediums famosi producono materiale ectoplasmico che potrebbe servire alla formazione di ali per il volo degli uomini-vampiro, che uomini fuori del comune hanno scoperto l'ubiquità, lo sdoppiamento, la reincarnazione.

E' vero tutto questo? Oppure l'uomo ha perso il mezzo di captazione energetico che gli permetteva di far funzionare il suo corpo come un Atanor alchimistico?

Guardiamo di nuovo intorno a noi, prendiamo a caso una delle tante raffigurazioni medievali in cui si scorge una figura umana alata che vien fuori da una struttura vecchia e consunta... come una farfalla:

"... Se gli insetti sono gli strumenti di potenti istinti primari, sono talvolta anche la espressione di certe leggi che è interessante scoprire. Così lo scienziato, attraverso l'osservazione e le sue ricerche sperimentali, giunge a deduzioni precise e vere.

A titolo d'esempio, citerò delle conclusioni a cui è giunto il prof. Vicario di Napoli dopo uno studio effettuato sulle farfalle diurne come il macaone la vanessa, la farfalla bianca.

Queste farfalle si nutrono di polline che aspirano per mezzo della loro tromba (succhiatoio). Si potrebbe pensare che la farfalla fa passare direttamente nel suo stomaco il polline che è di materia solida, sia se si presenta sotto la forma di piccoli granelli o sotto forma di particelle ancora più piccole. In molti altri insetti le cose vanno esattamente così e se non si approfondisce la questione attraverso una ricerca scientifica, si può cadere nell'errore di generalizzare i risultati dell'osservazione applicando alla farfalla una legge che in realtà vale per gli altri insetti.

In effetti le cose vanno altrimenti e la farfalla introduce nel suo stomaco una sostanza liquida. Come ha potuto prodursi questa sostanza? Come si è potuta effettuare questa trasformazione chimica da una materia solida ad una liquida?

Ora la farfalla aspira il polline con la sua tromba che è molto lunga: è dunque lì che si produce una reazione chimica. Perché abbia luogo, bisogna pertanto che ci sia una fonte di energia e siffatta fonte è stata identificata con la luce solare che si trasforma in energia. Ciò posto, dov'è dunque, nella farfalla, l'organo in grado di captare questa forza? Le esperienze pratiche del prof. Vicario hanno dimostrato che sono le antenne della farfalla diurna ad assorbire l'energia dello spazio ed a trasmetterla nella tromba, dove si effettua la reazione biochimica.

E' facile peraltro, constatare che, quando l'insetto tocca il polline con la sua tromba, al tempo stesso fa vibrare le sue antenne. Questa vibrazione sviluppa una interazione energetica che converge verso la tromba, dunque verso il polline.

Nelle farfalle notturne, la sorgente d'energia è data dalla luce delle stelle".

L.Bétant (*)

...Le stelle, e dalle stelle dovranno, prima o poi, venire altri esseri viventi, le creature alate del futuro che, come la nostra libellula, cercheranno i nostri corpi. Ma se questo è il rapporto che ci lega ad essi. allora il loro presente ci appartiene così come il nostro futuro appartiene allo Yeti.

E' il simbolo antico dello Yin e dello Yang, non c'è soluzione di continuità perché "Ogni cosa. nel suo eterno divenire, resta immutabile nella Mente Universale".

 

 

 


(*) Notizia scientifica pubblicata in Svizzera nel 1961. (Per gentile concessione del prof. Emilio Vicario). Trad. di L.Cattaneo.


 

 

da IL GAZZETTINO di Napoli

24 Maggio 1978