LE LEGGI DEL COSMO IN UNA CONCHIGLIA

 

 

 

 

Cos'è in realtà la forza di gravitazione, la cui azione è il fondamento imprescindibile di tutti i fenomeni dell'universo? - La gente comune è indotta a prosternarsi tanto più profondamente davanti ai fisici, quanto più sono contrarie alla logica e all'evidenza le teorie che essi enunciano - Il problema della propagazione elettromagnetica - Il fenomeno del generale aumento delle lunghezze d'onda -Le onde di due propagazioni eccentriche di sorgenti diverse hanno la facoltà di coincidere esattamente in un'onda unica, dalla quale si genera una terza propagazione.

di RENATO PALMIERI

 

La più bella e nota massima del Vangelo si riferisce al problema morale: "Ama il prossimo tuo come te stesso". La più realistica, tuttavia, considerata la condizione umana, riflette il problema della conoscenza: "Avendo occhi guarderete, e non vedrete".

La tragedia dell'uomo è in questa incapacità millenaria di dare valore conoscitivo all'evidenza: dal che deriva una incolmabile frattura tra le aspirazioni morali e le basi disperatamente illusorie della sua conoscenza.

Questa stessa affermazione sembrerà gratuita a tutti coloro che ritengono di avere nella scienza moderna una guida dagli occhi bene aperti sulla strada del conoscibile. E, tuttavia, dimostrare che proprio per la scienza attuale è valida la profezia testamentaria della cecità umana è una cosa che non presenta nessuna difficoltà logica. Sussiste invece un immenso ostacolo psicologico a che una tale dimostrazione pur evidente sia accettata, a causa del condizionamento che ognuno ha subito dai recenti e sbalorditivi progressi della tecnica, istintivamente confusi come progressi della scienza. Chi sarà infatti disposto ad ammettere che tra la pietra scheggiata del paleolitico e la modernissima astronave lunare la scala è soltanto ingegneristica e non scientifica? Eppure si tratta di una verità innegabile, dal momento che nessuno ancora oggi può affermare di sapere che cosa sia in realtà la "forza di gravitazione" o si badi - una qualsiasi "forza", la cui azione è il fondamento imprescindibile di tutti i fenomeni dell'universo: sotto il profilo scientifico, il grande Von Braun non differisce sostanzialmente da un modesto artificiere di paese.

Basterà riflettere sull'inesistenza di una definizione fisica della forza, che è solo "ciò che imprime a una massa un'accelerazione": ossia niente, sul piano conoscitivo, dove, per definire una causa, l'espressione "ciò che" è chiaramente vuota di senso. Nessuno mai infatti è riuscito a stabilire perché - e non solo in che misura - i corpi possano interagire, esercitando una reciproca perturbazione del loro stato di quiete o di moto. A tale riguardo nulla dice, oltre alla misura della forza, la nota formula F = ma, poiché moltiplicare massa per accelerazione e ricavare la forza è come trovare centauri moltiplicando uomini per cavalli. Eppure solo pochissimi si rendono pienamente conto che di tali mostri è fatta tutta la fisica, le cui formule hanno un semplice valore empirico e un'applicazione tecnologica, ma nessun reale significato di conoscenza del meccanismo originario dei fenomeni.

In verità se ne sono accorti i più abili tra i moderni prestigiatori della fisica, i quali, essendo costituzionalmente incapaci di superare il proprio formalismo, fanno addirittura sparire l'oggetto del contendere: "Abolire il concetto di forza è possibile nel quadro teoretico hertziano proprio perché i singoli concetti non devono rispecchiare necessariamente i dati sensibili" ("Sapere" n. 757). I fenomeni vengono quindi coartati in una serie astrusa di equazioni matematiche, che diventano un invalicabile deterrente per tutti i non appartenenti alla casta degli iniziati: "L'atomo della fisica moderna può essere rappresentato simbolicamente solo per mezzo di un'equazione differenziale in uno spazio pluridimensionale. Ogni immagine, con la quale potremmo tentare di rappresentarci l'atomo, è eo ipso errata". Così ha sentenziato Heisenberg, uno dei sommi oracoli dell'incomunicabilità.

Questa proterva rinuncia a capire, questa cecità programmatica di uno staff di manovratori ai quali è proibito parlare, hanno ormai assunto una veste rituale: sicché la gente comune è indotta a prosternarsi tanto più profondamente davanti ai fisici, quanto più sono contrarie alla logica e all'evidenza le teorie che essi enunciano. La dannata corsa all'assurdo dura così dall'inizio del secolo, in paradossale coincidenza coi maggiori successi della tecnica, che ce l'hanno malauguratamente mascherata, ma anche in concomitanza non occasionale con le più feroci carneficine della storia umana. La follia delle grandi guerre mondiali e delle loro sempre incombenti conseguenze ha la sua radice nevrotica in questa catastrofe della conoscenza.

Il mistero dell'elettromagnetismo

Per ritrovare il bandolo della matassa, basterà semplicemente far tesoro dell'ammonimento evangelico: decidersi finalmente a prestar fede ai propri occhi e alle proprie orecchie, disabituandosi a rifiutare l'evidenza a favore del mirabolante e dell'incomprensibile. Sembrerà incredibile, ed è invece lapalissiano, che la natura non può essersi preoccupata di mantenere alcun segreto. Essa ci ha, al contrario, instancabilmente squadernato sotto il naso le sue leggi fondamentali, stampandole in miliardi di copie, da che mondo è mondo, per chiunque abbia voglia di conoscerle. Per di più, le ha fatte semplici, accessibili a tutti salvo che a cervelli deformati dal preconcetto: talché quest'articolo è una sede sufficiente per rivelarne gli elementi essenziali, costituenti la chiave unica per la comprensione graduale di tutti i fenomeni dell'universo.

 

Fig.1

Risolviamo dunque il problema centrale: quello della propagazione elettromagnetica, che contiene la soluzione di ogni altro problema. Il segreto del cosmo è racchiuso in un solo particolarissimo carattere di tale propagazione: un carattere ben noto sperimentalmente, ma di cui non si riesce ad avere alcuna rappresentazione geometrica. Mi riferisco alla "trasversalità" delle onde elettromagnetiche rispetto alla direzione sorgente-osservatore. Stabiliamo un confronto con le onde sonore (fig. 1), limitandoci per ora all'aspetto geometrico della questione, senza tener conto, cioè, del "mezzo ondulante": la sorgente sonora S, rappresentata in movimento a velocità subsonica verso O', emette onde sferiche, le cui superfici (fronti d'onda) pervengono agli osservatori O e O' lungo la direzione sorgente-osservatore ("onde longitudinali"). Invece, gli esperimenti effettuati con onde elettromagnetiche rivelano che i fronti di tali onde pervengono all'osservatore trasversalmente alla direzione sorgente-osservatore ("onde trasversali", con piani di vibrazione e di polarizzazione): di questo fenomeno non esiste a tutt'oggi nella fisica scolastica nessuna coerente descrizione spaziale, ma solo dei simbolici disegnini o piuttosto scarabocchi, sotto forma di serpentelli e nuvolette. La precedente sigla di apertura del Telegiornale (oggi sostituita da onde... quadrate!) sta a confermare l'inesistenza di una rappresentazione adeguata del fenomeno elettromagnetico: quelle onde che si propagavano concentricamente intorno alla sorgente erano chiaramente delle onde longitudinali, cioè di tipo sonoro e non elettromagnetico.

A questo punto, molti avanzeranno un'obiezione. Se la tecnica maneggia le onde elettromagnetiche con tanta efficienza, realizzando cose straordinarie come la televisione e stabilendo comunicazioni radio con sonde spaziali alla distanza di molte centinaia di milioni di chilometri, cosa importa, in fin dei conti, che essa non sappia darsi una precisa immagine geometrica della trasversalità della propagazione? La risposta è che il selvaggio che usa il tam-tam per le comunicazioni nella foresta può benissimo ignorare la teoria delle onde sonore, ma non può pretendere di disegnare un aereo supersonico o di capire qualcosa di ultrasuoni o di specializzarsi in chirurgia otoiatrica. Così la pratica empirica delle onde elettromagnetiche appare soddisfacente in un ambito di frequenze e distanze, che solo con enorme superficialità si può giudicare vasto, mentre è in realtà quasi nullo se rapportato all'immensa gamma di fenomeni che ne restano fuori.

Si pensi all'intima attività elettromagnetica, su scala atomico-molecolare e subatomica, che è alla base del funzionamento delle cellule e di cui non si sa quasi niente, e - in direzione del macrocosmo - al fattore per il quale si devono moltiplicare le distanze spaziali delle nostre sonde per entrare nell'ordine delle distanze extra-galattiche: i milioni o miliardi di anni luce superano di circa diecimila miliardi di volte i milioni o miliardi di chilometri della scala planetaria, ossia di un fattore di tale enormità da far apparire assai meno del suono di un tam-tam le esperienze umane da radiotecnici in erba.

La propagazione trasversale

Ho detto a ragion veduta "infantili", perché tale è lo stadio delle attuali conoscenze in proposito. E il lato più terribile della situazione sta proprio nel divario tra questa meschina realtà e l'idea di genialità e grandezza che la gente invece si è fatta della scienza contemporanea: smontare una simile venerazione è cosa d'una difficoltà disperante, anche se - lo vedremo subito - facilissima a lume di logica.

Guardate, per esempio, le onde sonore di fig. 1: i loro fronti si infittiscono in direzione di O', al quale la sorgente si avvicina, e invece si diradano in direzione di O, dal quale la sorgente si allontana. E' il cosiddetto "effetto Doppler": la lunghezza d'onda della sorgente diminuisce in avvicinamento, aumenta in allontanamento. Il fenomeno è, come ognuno vede, chiarissimo, perché non ci sono dubbi sull'esattezza della rappresentazione geometrica delle onde sonore.

Ma come giudicate il mio comportamento, se io trasferisco su due piedi questa lettura da una propagazione longitudinale ben nota a una propagazione trasversale di cui non so darvi un qualsiasi modello geometrico coerente? Direte sicuramente che è da insensati procedere in questo modo e avrete ragione: tuttavia è proprio sulla base di questa puerile estrapolazione che la fisica moderna ha fabbricato la storia dell' "espansione dell'universo" e della "fuga delle galassie"!

Il red-shift è il fenomeno del generale aumento delle lunghezze d'onda (segnalato appunto dallo "spostamento verso il rosso" delle righe spettrali), che si riscontra nello spettro elettromagnetico delle galassie ed è correlato con le distanze: le lunghezze d'onda crescono col crescere della distanza del corpo celeste emittente. Ebbene, tale fenomeno è stato spensieratamente interpretato come effetto Doppler e quindi attribuito a un allontanamento delle galassie, che sono per conseguenza costrette a fuggire tanto più velocemente quanto più sono distanti da noi. Vedete ora di immaginare voi stessi dove si va a cadere con questo pseudo-ragionamento: è facile prevedere che si troveranno galassie lontanissime il cui red-shift segnalerà velocità pazzesche, superiori a quelle della luce. Il che è puntualmente avvenuto, ma - incredibile a dirsi - non ha fatto rinsavire i fisici, che non si sono decisi a buttare a mare una teoria contraddetta dall'evidenza. Fate voi ora, invece, una serie di considerazioni generali suggeritevi dall'evidenza stessa. Sono certo che penserete così:

1) Lo spettro elettromagnetico nasce da una propagazione trasversale, di cui ignoro ancora la geometria. Non posso quindi pensare a risolvere un problema di anomalia spettrale (red-shift), se non stabilisco con precisione gli elementi di quella geometria.

2) L'evidenza mi dice che il redshift è correlato con la distanza delle galassie.

3) Esso non può essere correlato anche con una velocità di allontanamento, perché ciò mi fa cadere nell'assurdo di dovere dedurne, per certi oggetti stellari, velocità superiori a quelle della luce.

4) La sua vera spiegazione deve ricercarsi proprio nella sconosciuta geometria della propagazione elettromagnetica, il cui campo sarà tale da darmi lunghezze d'onda sempre maggiori in rapporto alla distanza.

5) Un simile fenomeno, ovviamente, sarà poco sensibile su brevi distanze: per questo non appare nei comuni esperimenti a piccolo raggio, mentre diviene macroscopico nello spettro che proviene da enormi distanze siderali.

Il vostro è un ragionamento perfetto e vedrete che i fatti vi daranno piena ragione, permettendovi di constatare il ridicolo di svariate altre teorie oggi in voga. Pretendere, come si fa, di accreditare opinioni o anche solo di avanzarne su "pulsar", "quasar", "buchi neri", eccetera, senza nemmeno sapere come si propaghi precisamente un'onda elettromagnetica, significa darsi all'alta matematica ignorando le quattro operazioni.

Affrontiamo dunque il problema di questa geometria sconosciuta, che pure grida ai quattro venti, da milioni di anni, il suo "segreto di Pulcinella". Riflettete un momento. I fenomeni che si riferiscono all'intima aggregazione delle particelle materiali (corpuscoli subatomici, atomi, molecole e, nell'ambito biologico, cellule) sono evidentemente di natura elettromagnetica.

Un modello geometrico di campo suggerito dalla natura

A quel livello, quindi, le strutture materiali non possono non riflettere le leggi dell'elettromagnetismo. Se ciò è vero, dove mai, per riconoscere quelle leggi, poseremo lo sguardo meglio che sulle forme biologiche, che realizzano il massimo dell'ordine e dell'organizzazione naturali?

Bene, ci siamo. Prendiamo alcuni tra i più antichi e tipici organismi, appartenenti a specie viventi da centinaia di milioni di anni, e osserviamone il disegno esterno: avremo sotto gli occhi lo stampo, il "calco" preciso d'un campo elettromagnetico, nel quale sono riconoscibili in un quadro d'insieme immediatamente evidente tutti i caratteri - finora empirici e dispersi - dell'elettromagnetismo. Di questo si riveleranno al tempo stesse nuove, imprevedibili proprietà e relazioni.

 

Fig. 2

Ed ecco il modello geometrico di campo proposto ai cervelloni dei relativisti e degli indeterministi da una comunissima conchiglia bivalve dei lamellibranchi (fig. 2), che troverete su qualsiasi spiaggia. Dobbiamo qui tralasciare, per mere ragioni di spazio, e non di difficoltà, l'analisi dei fenomeni attrattivo-repulsivi e ricetrasmittenti, connessi a un campo elettromagnetico, e delle implicazioni cosmiche del modello stesso di campo (red-shift, "pulsar", "quasar", gravitazione, eccetera), occupandoci per ora delle caratteristiche geometriche del campo.

A) Polarizzazione. Ogni valva si sviluppa a spirale dal centro della cerniera intorno a un asse (il margine della cerniera), i cui poli sono determinati in assoluto dal senso prospettico della spirale: il nord "vede" il senso antiorario, il sud quello orario. Le due valve sono accoppiate equatorialmente: il piano equatoriale è ortogonale all'asse nel centro della cerniera e al piano si di separazione delle valve; esse si svilupperanno lungo due spirali di senso opposto, intorno a due assi (i due margini accostati della cerniera) paralleli e a poli invertiti ("antiparalleli"). Il piano equatoriale e quello di separazione delle valve sono i piani principali rispettivamente di "vibrazione" e di "polarizzazione".

B) Propagazione. Lo sviluppo di ciascuna valva dal centro della cerniera fornisce un preciso modello di propagazione, mai notato fino ad oggi, perché l'idea d'una propagazione era nell'uomo ferreamente condizionata dall'immagine di onde concentriche come quelle prodotte in uno stagno. Sulla superficie esterna di ogni valva si distinguono sottili e fitte circonferenze (tali con l'approssimazione di qualsiasi struttura biologica complessa), che si allargano ruotando tangenzialmente all'asse polare con una "propagazione eccentrica", cioè non intorno a un centro comune come nelle onde dello stagno. In ciò consiste il carattere concettualmente straordinario, che ha reso invisibile un fatto di per sé evidentissimo.

C) Onde; frequenza e lunghezza d'onda. La schematizzazione geometrica di tale propagazione, della quale la valva rappresenta il "calco" finale, è semplicissima. Per facilitarne la visualizzazione in natura, è bene riferirla alla forma della conchiglia di un mollusco univalve (per esempio di un nautilo), prima di comporla nello schema duplice e inverso d'un bivalve: in figura 3 è disegnata una sezione polare (piano di polarizzazione), in figura 4 la sezione equatoriale vista da nord (piano di vibrazione). Dalla sorgente puntiforme A partono con frequenza costante onde sferiche eccentriche, che si propagano ruotando equatorialmente intorno a un asse tangente nel punto di emissione. Il punto B di ciascuna onda, antipodo del punto di emissione, percorre una spirale logaritmica B-BI-B2...

 

 

Fig. 3

Fig. 4

Una sorgente complessa emette molteplici propagazioni di differenti frequenze e intensità: la scala, unica, di queste va dalle onde "elettromagnetiche" alle onde "gravitazionali" (fisica unigravitazionale).

L'origine della vita e dell'autocoscienza

D) Campo magnetico; "linee di forza". La sezione polare della propagazione eccentrica (fig. 3) rivela le linee del campo magnetico e ne mostra l'esatta struttura, rispetto a cui il disegno tradizionale a linee simmetriche e superfici toroidali è solo un abbozzo approssimativo: l'apparenza simmetrica del campo convenzionale nasce in realtà dalla fittezza delle onde e dalla molteplicità delle propagazioni d'una sorgente complessa. Le "linee di forza" sono circonferenze di intersezione tra onde successive, e cioè il luogo geometrico ove si sommano le intensità di onde diverse: pertanto hanno una precisa giustificazione funzionale, che manca alle circonferenze del tutto arbitrarie del campo tradizionale.

E) Trasversalità. Ed eccoci al punto chiave, dal quale abbiamo preso l'avvio: la propagazione disegnata dalle conchiglie è precisamente una propagazione trasversale! I fronti d'onda, infatti, pervengono all'osservatore lungo la spirale, e cioè trasversalmente alla direzione sorgente-osservatore. Il che corrisponde con assoluta esattezza a quella che abbiamo visto essere la peculiarità fondamentale, quanto inspiegabile, della propagazione elettromagnetica.

F) Ortogonalità dei campi magnetico ed elettrico. Le circonferenze che segnano su ciascuna valva le "linee di forza" magnetiche sono attraversate ortogonalmente da sottili linee spirali che convergono verso l'umbone della valva: queste disegnano le traiettorie di confluenza della materia, diretta spiralmente verso il centro della propagazione ondulatoria e corrispondono alle traiettorie di elettroni (o altri corpuscoli) risucchiati dal vortice del campo magnetico. Si ha quindi la prima concreta rappresentazione dell'ortogonalità delle "linee di forza" del campo magnetico (circonferenze) e di quello elettrico (spirali).

G) Spettro. Le linee spirali convergenti delimitano delle fasce, in cui appaiono come "righe" i piccoli archi di circonferenza delle onde di propagazione.

H) Composizione. E' il carattere più importante della propagazione eccentrica e si rivela chiaramente nella struttura composta d'un bivalve. A differenza di due propagazioni concentriche, le cui onde non possono sovrapporsi geometricamente, le onde di due propagazioni eccentriche di sorgenti diverse hanno la facoltà geometrica di coincidere esattamente in un'onda unica, dalla quale si genera una terza propagazione (fig. 5): è quella che dà appunto ricetto all'organismo centrale del mollusco bivalve, conferendogli l'unità armonica delle sue funzioni biologiche. Lo stesso schema generale hanno tutte le strutture a simmetria bilaterale, la più elevata e complessa delle quali si realizza negli emisferi cerebrali, dello stesso o anche di diversi individui, come nei fenomeni psichici di congruenza telepatica. L'origine della vita e dell'autocoscienza risiede proprio in questa facoltà primigenia di composizione ondulatoria.

 

Fig. 5

 

Da "ESP" n°20 Ottobre 1976