un gentleman della ricerca di frontiera
di Luciano Cattaneo
L
Addio Giambattista: la compagnia della tua mente è stata un'esperienza piacevole ed appagante.
Aprile 1945, altopiano del Vercòrs (Francia del Sud-Est): un particolare fenomeno naturale, che sfugge alle leggi dell'ottica, aveva portato Callegari alla formulazione del "principio radionico" o "effetto K".
Il principio confermava l'ipotesi di Planck circa l'atomo come "dipolo microfisico naturale, risonatore-oscillatore" e spiegava la dinamica dell'interazione fra i dipoli oscillatori e i biodipoli rivelatori (v. piante da fiori) nei circuiti Lakhowsky.
Lakhowsky, ingegnere russo trapiantato a Parigi, era convinto che le basi della vita non risiedessero nella materia ma in vibrazioni immateriali ad essa associate: le cellule, quindi, quali essenziali unità organiche di tutte le cose viventi, erano antenne elettromagnetiche capaci, come apparecchi radio, di emettere ed assorbire onde di alta frequenza.
Un circuito oscillante richiede un condensatore (fonte di carica immagazzinata) ed una bobina filo; la corrente che va avanti e indietro crea un campo magnetico che oscilla a frequenze che sono rapportate alle dimensioni del circuito. Più piccolo è il circuito, più elevate sono le frequenze.
Nei microscopici nuclei delle cellule viventi si scatenava, quindi, una battaglia di radiazioni quando agenti esterni patogeni (batteri o virus) perturbavano con le proprie oscillazioni l'equilibrio naturale prefissato.
Il problema, ora, era di trovare la fonte di energia che garantisse la produzione e il mantenimento delle oscillazioni cellulari. Lakhowsky pensò che questa energia provenisse dallo spazio, dalle radiazioni cosmiche, e chiamò "universion" questa quantità di radiazioni che, peraltro, filtrava debitamente con delle spirali metalliche avvolte attorno agli oggetti dei suoi esperimenti.
L'etere cosmico, uscito dalla porta della Fisica Ufficiale, rientrava dalla finestra della radiazione onnipresente dove gli elementi disintegrati confluivano per essere trasformati in particelle elettriche.
Lakhowsky morì a New York nel 1943 ma, nonostante gli strepitosi successi ottenuti nel campo della medicina, la sua teoria non ebbe seguito sia per la lacunosità della spiegazione energetica sia, come molti ebbero a dire, per la fortissima opposizione della classe medica che si sentiva colpita al "cuore".
Val la pena, qui, di ricordare, ma solo per i lettori meno accorti, che questa teoria può ricollegarsi a quella degli "influssi cosmici" di Piccardi, come tentativo di spiegazione scientifica dell'Astrologia.
Ma ecco che il testimone viene raccolto, analizzato e codificato, due anni dopo la morte di Lakhowsky, da Callegari.
E' appunto l'Aprile del 1945: il disco lunare, al plenilunio, si inquadra esattamente entro la sezione di un grosso "anello spaccato in alto" (diventerà il
L'effetto non può essere spiegato in fisica classica né come "effetto diaframma" né come filtro ottico e nemmeno come effetto magneto-ottico normale, ma piuttosto come quello realizzabile con lenti magnetiche in cui sono in gioco elettroni (e non fotoni) in un cilindro di spazio vuoto. Il fenomeno del Grand Creux fa convergere la ricerca nella direzione della fisica degli anelli spaccati e delle cavità risonanti, le cui proprietà sono di risonare elettricamente per lunghezze d'onda fondamentali e sue armoniche. Trattasi, quindi, di una fenomenologia magneto-ottica a radiofrequenza superelevata per segnali puri naturali che induce una sub-eccitazione elettronica nella materia ed i suoi atomi a livello endoorbitale e non già un effetto di sovraeccitazione elettronica a livello interorbitale: organo di studio, questo, della Spettroscopia.
In altre parole la subeccitazione crea un campo (campo K), che è un po' il richiamo dell'universo, con l'apertura di un canale di comunicazione (canale K) nel quale si manifesta una risonanza attuale fra la materia e la sua rappresentazione, e l'effetto K, o principio radionico, è semplicemente il fenomeno di polarizzazione tra il campo K e le particelle del mezzo formante il canale di comunicazione.
Un corpo qualsiasi, quindi, inorganico o organico che sia, ma anche una sua rappresentazione (disegno, foto), purché giacente nel canale K specificamente condizionato, rivelano la loro presenza al di là dei limiti spazio-temporali. Il tutto, ovviamente, presupponendo a monte e a valle due condizioni: la fonte primaria ed il dispositivo rivelatore.
Il vanto di Callegari rimane appunto la realizzazione di quest'ultimo: la ormai nota "Centralina Callegari" o "Dispositivo CRC" che rende possibile governare esternamente il campo K che per sua natura è interno ai corpi e non governabile.
E la causa prima? Callegari mi parlava di un principio cosmogeofisico ed io riandavo con la mente ai soffiatori di Bosch nel "Trittico delle Delizie", mi diceva che era qualcosa che avrebbe rivelato, forse, in punto di morte ma che, comunque, era alla portata di tutti.
Oggi sono convinto che la sua reticenza nascondesse il desiderio inconscio di spingere ogni ricercatore alla scoperta personale, alla folgorazione improvvisa, all'esperienza mistica della rivelazione.
Nell'Universo di Callegari il caso non ha diritto di esistenza, tutto è finalizzato a un disegno intelligente che unisce e regola i rapporti fra Natura e Uomo nel nome di un'alleanza totale e atemporale; l'armonia dantesca delle sfere celesti trova, qui, il suo canale di comunicazione con la formica nera nella notte nera secondo l'antico equilibrio dell'Età dell'Oro.
E' doveroso un ultimo omaggio. Il Sogno e la Grande Speranza non riguardano la cura delle malattie, il ritrovamento di persone e oggetti scomparsi, la molteplicità, insomma, delle applicazioni del dispositivo CRC, ma l'Uomo stesso o meglio la sua unità psicobiologica: da tutta l'opera del Callegari traspare, infatti, un nuovo Umanesimo Scientifico in cui l'Uomo ritesse il suo volto, riscopre di essere stato sempre e
Bibliografia:
Antonio Guccione - "K-Biodetector" - Ed. Fausto Fiorentino - Napoli
G. B. Callegari - "Radiobiologia Sperimentale" - Famital - Napoli
G. B. Callegari - "Radionica e Radiobiologia" - Spazio Uno - Napoli
Ringraziamenti:
Quinto Quinzii
Raffaele Troise
Salvatore Mitilino
da: RICERCA 90 N° 5 - Gennaio 1991